Che cosa sono?
I cosiddetti PFAS, o meglio le sostanze perfluoroalchiliche, sono composti chimici utilizzati fin dagli anni ‘50 in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi. Hanno una ampia serie di usi e applicazioni che li rendono ubiquitari nei prodotti di uso comune, come la carta forno o l’abbigliamento impermeabile.
Che cosa fanno i PFAS?
I PFAS sono in grado di causare un’ampia gamma di effetti avversi, fatto che desta ancor più preoccupazione considerando la loro proprietà di accumularsi nell’organismo. I PFAS sono riconosciuti a livello medico come interferenti endocrini, in grado quindi di alterare tutti i processi dell’organismo che coinvolgono gli ormoni, responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità e di altre funzioni cellulari essenziali.
Quali sono le patologie associate all’esposizione a PFAS?
Le patologie maggiormente riscontrate, la cui causa è attribuita all’esposizione prolungata a queste sostanze, sono le malattie della tiroide, ipertensione in gravidanza, colite ulcerosa, aumento del colesterolo; tra le malattie neoplastiche, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito il PFOA come probabile cancerogene (2A) per una limitata evidenza relativa al tumore del rene ed il cancro ai testicoli.
Infatti PFOA, PFOS e altri composti PFAS hanno mostrato di poter interferire con la comunicazione intercellulare, fondamentale per la crescita della cellula, aumentando così la probabilità di crescite cellulari anomale con conseguente formazione di tumori, specie in caso di esposizione cronica.
Recenti ricerche hanno inoltre messo in luce l’incremento delle patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate: diabete gestazionale, neonati più piccoli e sotto peso rispetto alla media e altre malformazioni maggiori tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomiche.
Sono tuttavia necessari ulteriori approfondimenti per una sicura conferma della potenziale associazione tra le patologie citate e l’esposizione a queste sostanze.
Quali sono i potenziali effetti sullo sviluppo cognitivo e neurocomportamentale dei bambini?
Alcuni studi epidemiologici sull’uomo hanno mostrato associazioni tra alcuni PFAS ed effetti sullo sviluppo cognitivo e del comportamento, tuttavia si tratta di studi recenti e con limitate evidenze. Tra gli studi più consistenti si mostrano relazioni tra esposizione prenatale ad alcuni PFAS (soprattutto PFOS e PFNA) ed effetti neuro comportamentali come, ad esempio, alterazioni dello sviluppo cognitivo, effetti sullo sviluppo psicomotorio e disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività.
Di seguito alcuni studi:
- Høyer, B. B., Ramlau-Hansen, C. H., Obel, C., Pedersen, H. S., Hernik, A., Ogniev, V., … & Bonde, J. P. (2015). Pregnancy serum concentrations of perfluorinated alkyl substances and offspring behaviour and motor development at age 5–9 years–a prospective study. Environmental Health, 14(1), 2.
- Landrigan PJ, Sonawane B, Butler RN, Trasande L, Callan R, Droller D. Early environmental origins of neurodegenerative disease in later life. Environ Health Perspect 2005; 113:1230–1233.
- Lien, G. W., Huang, C. C., Shiu, J. S., Chen, M. H., Hsieh, W. S., Guo, Y. L., & Chen, P. C. (2016). Perfluoroalkyl substances in cord blood and attention deficit/hyperactivity disorder symptoms in seven-year-old children. Chemosphere, 156, 118-127.
- Oulhote, Y., Steuerwald, U., Debes, F., Weihe, P., & Grandjean, P. (2016). Behavioral difficulties in 7-year old children in relation to developmental exposure to perfluorinated alkyl substances. Environment international, 97, 237-245.
- Quaak, I., De Cock, M., De Boer, M., Lamoree, M., Leonards, P., & Van de Bor, M. (2016). Prenatal exposure to perfluoroalkyl substances and behavioral development in children. International journal of environmental research and public health, 13(5), 511.
- Zhang, H., Yolton, K., Webster, G. M., Ye, X., Calafat, A. M., Dietrich, K. N., … & Chen, A. (2018). Prenatal and childhood perfluoroalkyl substances exposures and children’s reading skills at ages 5 and 8 years. Environment international, 111, 224-231.